Io voglio vivere libera, non importa quanto!

Boi Rossana Lucia

Sono sempre stata una persona semplice, di poche pretese. La vita mi ha tolto persone care troppo presto, e alcuni sogni mi sono stati negati. Mi sono dovuta reiventare un infinità di volte senza risparmiarmi, e non mi ha mai spaventato adattarmi alle circostanze. 

Non è stato facile vivere mezzo secolo, alla ricerca di nuovi obiettivi, ma oggi mi terrorizza sul serio, sentire dire che dobbiamo abituarci ad una nuova normalità, per via di questo insidioso virus. Ho superato mostri peggiori fino ad oggi, e non voglio credere che questo non possa essere sconfitto, come ogni battaglia che la vita ci ha fatto affrontare durante il trascorrere degli anni. 

Mi sento arrabbiata, non disperata. Molto arrabbiata! Trovo tutto questo progetto, una macchinazione diabolica. Un tradimento cercato e voluto da chi non ha veramente a cuore la nostra salute. Ricatti su ricatti per vivere, non è vivere, e avere paura di morire non è vita. Non è concepibile una vita con questi distanziamenti a lungo termine, non è nemmeno salutare. Questi controlli mediatici e costanti sui nostri spostamenti, sono stressanti e demoralizzanti. 

La museruola che dicono è per proteggerci e proteggere, in realtà ci fa tutto l’opposto. Ci priva delle espressioni spontanee, ci rende paranoici, ci priva di ossigeno puro, ci rende ipocondriaci. Non voglio crederci e non voglio accettarlo. È triste vedere le città isolate da presto, come fossimo reclutati ad una guerra imminente. È triste passeggiare nei centri e vedere tutte queste maschere come fossero dei robot telecomandati, privi di identità propria, rassegnati, brutalizzati per quanto fantasiose le loro stoffe, che copre i tratti sommatici e ne evidenzia il disaggio. Spesso con sguardi sospettosi o catatonici. 

Ho sempre amato uscire ogni tanto a fare due passi, un po’ per respirarne l’atmosfera, vedere le vetrine, le persone, i panorami, e più delle volte per immortalare con la mia macchina fotografica e costruire attraverso le immagini, storie che nessuno racconta mai. In parte vere, in parte fantasticate. Mi piace interrogarmi su tutto quello che vedo intorno, mi piace vedere la vita. Nonostante sono una che a casa ci resta anche volentieri, ora non è più la stessa cosa. Qualcosa si è rotto, spento, invaso e oltraggiato. 

La libertà, questa amata e sacrificata libertà, barattata per delle incertezze che ci vengono quotidianamente propagandate. Uscire, ora è una sofferenza immane, e vedere un mondo limitato attraverso le mie finestre rende ancora più triste questo mondo squarciato, che ci divide e mette contro gli uni con gli altri. Malgrado tutto, ho sempre accettato i cambiamenti del tempo e delle persone, ma non accetterò mai questi che impone l’uomo, contro natura e contro ogni nostra volontà. 

Ho sopportato, acconsentito e ubbidito per i primi tre mesi, pensando che era la cosa giusta da fare. Pensando soprattutto che sarebbe finita presto. Ma oggi no! Sono trascorsi otto mesi da quei bruttissimi e tragici momenti, e le cose si mettono sempre peggio per noi. Non mi fido più, e non voglio vivere con queste regole, pensando che debba essere la mia nuova normalità. Preferisco la mia solita pazzia, quella che mi ha fatta sopravvivere fino ad oggi, e mi ha resa quella che sono. Preferisco disubbidire, senza fare del male a nessuno, ma vivere, non importa quanto e se da sola, voglio semplicemente vivere, e da donna libera!

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on email