#IoStoConLaMaestra
A.
Cara Maestra,
sentendo la notizia della sua storia su tutti i tg e programmi dedicati mi sono sentita davvero indignata per quanto le è successo.
“Chi è senza peccato, scagli la prima pietra” dicono, ma qui di persone senza peccato ne vedo ben poche.
Ciò che più mi rattrista in questa storia è la poca solidarietà che abbiamo tra donne, il buon vecchio “Girl power” che tanto ci professavamo un tempo non esiste più o, forse, non è mai esistito…diciamoci la verità…
Si, perché tra donne dovremmo aiutarci, soprattutto quando capiamo che una di noi è in pericolo, invece si fa prima a sputare sentenze su una moralità distorta e sbagliata, che ci fa pensare di essere migliore delle altre per chissà quale motivo poi…
Anzianità? Educazione? Valori?
Eppure, la situazione in cui si è trovata lei, Maestra, mi sembra davvero un copione semplice.
Un idiota di sesso maschile, a cui permettiamo di entrare nel nostro intimo, a cui diamo fiducia, ci sbeffeggia con i suoi simili in una chat di calcetto, un atto che perfino un bambino capirebbe essere di un pessimo allucinante.
La reazione di noi donne dovrebbe essere: “come posso aiutarla?”
Invece no, tutti si sentono giudici nelle camere da letto altrui, come se queste cose non succedessero mai nelle proprie, dai siamo serie..
Le donne tradiscono le donne, per preservare quell’immagine pura e casta del “io non lo farei mai” che la gente ha di loro, si sentono in dovere di fare la spia come all’asilo, di punirti, di far circolare ancora di più la notizia che avrebbero potuto, invece, troncare sul nascere.
Le parole delle donne sulle donne sono le più crudeli, in qualsiasi ambito.
Se sei giovane e hai voglia di lavorare ti vengono assegnati epiteti davvero poco congrui con il “culo” che ti sei fatta per avere una posizione degna di essere chiamata tale, e così via.
Le donne non sostengono le donne, ma sono capacissime di remarsi contro l’una con l’altra con invidia e cattiveria.
Con la sua storia, cara Maestra, il famoso “Girl Power” di cui le parlavo all’inizio è ufficialmente morto.
Con affetto.
A.