Il mare dentro

Fabrizio Vella

Sassi che il mare ha consumato. Queste parole riecheggiano ancora nella mia mente, quando penso alla mia vita!

Camminavo da bambino in una suggestiva caletta ricolma di ciotoli, delimitata da una scogliera frastagliata, che ne scandiva come in un gioco delle semilune che si susseguivano, ove il mio  sguardo si inoltrava verso una torre normanna posta in cima ad una rocca che ci proteggeva ancora nel nostro mondo immaginario di bambino, dalle incursioni dei pirati ad Altavilla Milicia ridente  paesino costiero alle porte di Palermo.

Si, perché i nemici, i galeoni e le battaglie navali, erano i pensieri predominanti della mia infanzia, che rivivevo quando passeggiavo a piedi nudi in quei sassi… prima di tuffarmi nel blu!

Quando uscivo dall’acqua chiara, mi divertivo  con le mie sorelle a raccogliere minuscoli “vetrini colorati” che il mare nel tempo plasmava in varie forme, come i sassi, e li donava ai bimbi come dei regali magici.

Erano i miei anni più belli, come i vetrini, splendevano i miei occhi di felicità e innocenza, credendo a tutto ad occhi aperti come solo un bimbo sà fare e avendo come unico scopo il gioco con gli amichetti dalla mattina alla sera!

In particolare ricordo ancora vividamente, che uno di essi era il figlio del proprietario di un famoso lido attiguo a quella spiaggetta, per cui ci invitava ogni giorno a usufruire totalmente di tutte le attività ludiche, dalla piscina agli scivoli che allora rappresentavano negli anni ’70 una vera novità emotiva, per cui abitando d’estate in una villetta  di fronte, avevo in sostanza il luna park a casa!

Quegli anni purtroppo volarono presto, come tutte le cose belle, e mi ritrovai di colpo 13 enne proiettato in un altra località turistica marinara…a Punta Rais, non all’ aeroporto di Palermo, ma vicino ad esso, in quella zona di mare cosi famosa che in gergo ne porta lo stesso nome e che comprende quel tratto costiero che si estende  x l’appunto dall’aeroporto sino al Comune di Villagrazia di Carini ove l’acqua del mare , più di 30 anni fa, era pulitissima e ricca di pesci, oltre che di pochissimi villegianti come noi.

  • IL VILLINO:

Era l’estate del 1980, quando mio padre decise di affittare un villino per trascorrere le vacanze estive come era consuetudine in quegli anni, proprio a Punta Rais.

Nell’immaginario collettivo, era un punto di partenza verso luoghi lontani grazie all’aereo, ma per me era invece una meta d’arrivo.

La casetta era deliziosa, a 100 mt dal mare, attigua ad altre dove ogni giorno ebbi modo di conoscere tanti coetanei che rallegravano le mie vacanze.

Il mio migliore amico era Francesco, un altro pescatore provetto come me con cui condividevo ogni giorno le nostre avventure marinare, avendo entrambi acquisito in dono dai nostri padri i nostri primi fucili sub-acquei ancora a molla chiamati  “polpone” per la nostra iniziazione!

All’epoca la zona era piena di pesci di tutte le razze, come saraghi, cernie, ombrine, murene, polpi ed in fondali relativamente bassi dai 3 ai 5 mt all’incirca di profondità, ove io ogni giorno pescavo 1-2 kg di pesce che portavo a casa a mia madre come il dono più bello che potevo offrirgli e lei me li cucinava con tanto amore.

Successivamente il papà di Francesco mi insegnò anche a pescare con le canne dalla barca, e imparai a mettere i primi vermetti come esca negli ami, imparando anche a classificarli secondo la specie in “coreano”, “muriddu” e “tremolina”, che poi successivamente imparai a procurarmeli da solo recandomi nella spiaggia dell’albergo Porto Rais ove c’erano depositati quintali di alghe trasportate dal mare ed essi stavano nel sub-strato nella zona più umida incoscienti di passare da li a poco nella bocca dei pesci!

Le mie giornate passavano beate tra mare, scogli, pesci e….il primo amore, Silvana!

Era la classica amichetta delle mie sorelle che venendo ogni giorno a giocare a casa mia giocammo con l’amore!

Ricordo ancora che indossavo un caftano bianco di lino preso in prestito a mia madre e portavo i capelli lunghi e mi avviai verso il mare dove c’era lei ad attendermi  sugli scogli come una  sirena, ed io mi misi accanto a lei e volgendo lo sguardo fisso nei suoi occhi, le feci la mia prima dichiarazione che profumava d’innocenza e di mare!  Era l’inizio dell’amore, quello vero, quello puro che dà un senso alla vita e che ti fa sentire che Dio esiste!

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